Lampadine, candeline per compleanno, mollette per il bucato, feltrini, borse per l’acqua calda, lettiere per gatti, guinzagli per cani, stivali di gomma, cover per gli smartphone, spine elettriche, microfibra, ombrelli, etc etc…. L’elenco delle produzioni ormai ad esclusivo monopolio della Cina, potrebbe continuare per righe e righe. Purtroppo la miriade di oggetti prodotti a basso costo ha del tutto soppiantato in Italia la produzione artigianale della PMI .
Volendo le merci –ha scritto Dario Di Vico sul corriere – si possono raggruppare in due categorie: da una parte quelle che i Cinesi producono in regime di monopolio e dall’altra la fascia bassa di prodotti che l’Italia sforna ancora ma solo nella gamma alta (due esempi su tutti: caffettiere ed occhiali da sole). Ci battono sui materiali perché sono un paese ricco di materie prime e sono in grado di fare le prime lavorazioni a costi della mano d’opera che per noi sono incredibili.
E che dire dell’invasione dei prodotti Natalizi ormai tutti quasi interamente (dall’albero agli addobbi) fabbricati in Cina??? Ha fatto scalpore la notizia che ad Yiwu, una città Cinese a circa 300 Km da Shanghai c’è un complesso industriale che ospita circa 600 aziende che producono da sole – come ha scritto the Guardian – il 60% delle decorazioni Natalizie mondiali. Il complesso che viene considerato il centro commerciale più grande al mondo, vende oggetti Natalizi a tutti i rivenditori esteri. Tutti gli oggetti sono fatti a mano da lavoratori che guadagnano tra i 160 ed i 250 Euro al mese per 12 ore al giorno.
In questo contesto diventa fondamentale, esplorare, ricercare ed approfondire tutto ciò con occhi competenti e persone preparate. Dobbiamo porre la massima attenzione a tutta la filiera, controllare tutto il processo, verificare gli standard qualitativi con le normative in vigore nel nostro paese. Dobbiamo cercare di produrre o distribuire solamente ciò che gli Enti Internazionali di certificazione riescono a valutare in maniera positiva e solamente ciò che passa tutti i test di approvazione. Non possiamo chiudere gli occhi , ma non possiamo nemmeno andare su questi difficili mercati da soli ed impreparati.
Nessuno più – sempre Dario Di Vico – in fondo si illude e pensa che si possa tornare indietro.
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