L’impressionante crescita economica degli ultimi decenni ha portato la Cina a dover far fronte alla questione delle infrastrutture interne, settore in cui questo paese si mostra particolarmente in ritardo. Le riforme che sono state vagliate in questi mesi dal governo cinese hanno dunque l’obiettivo di risanare il problema interno e migliorare di conseguenza i servizi di trasporto in uscita.
Il “socialismo cinese”: le riforme economiche
Negli ultimi 30 anni il mondo ha assistito all’avvento della Cina quale seconda potenza economica, percorso intrapreso nel 1978 sotto la guida dell’allora presidente Deng Xiaoping, che fece della Cina una delle economie dalla crescita più rapida. La sua riforma economica era basata su un “socialismo con caratteristiche cinesi”, teoria intesa a giustificare la transizione dall’economia pianificata di stampo marxista-leninista a un’economia aperta al mercato, ma comunque supervisionata dal Partito nelle prospettive macroeconomiche.
La crescita e il successo della Repubblica Popolare Cinese sono certamente da attribuire, tra gli altri motivi, all’efficienza e all’elevato livello di integrazione raggiunti nella gestione delle esportazioni. Si potrebbe pensare che l’efficienza dei porti sia la conseguenza di un sistema di infrastrutture altrettanto funzionante. Eppure, non è assolutamente questo il caso: i trasporti interni rappresentano un settore in cui la Cina mostra un forte ritardo rispetto alle altre grandi economie mondiali.
Le complessità del trasporto interno e l’e-commerce
La difficoltà, in alcuni casi l’assenza totale di infrastrutture adeguate dalle grandi città verso i piccoli centri e le aree più interne, il traffico costantemente congestionato, hanno fatto sì che la popolazione, sempre più carente di tempo libero dal lavoro, limitasse gli spostamenti al minimo indispensabile.
È in questo contesto che si inseriscono i giganti dell’e-commerce, JD e Alibaba, i quali, disponendo di sistemi informativi integrati e di centri logistici diffusi in tutto il paese, sono riusciti a sviluppare una rete di trasporti interna, che nel migliore dei casi riesce ad assicurare al cliente finale di ricevere il prodotto o i prodotti ordinati entro le 24 ore.
Il settore logistico in Cina
In Cina ci sono attualmente oltre 500 mila società di logistica che ogni giorno effettuano trasporti su strada. Per contro, nella prima economia mondiale, gli Stati Uniti, le aziende analoghe ammontano a circa 7.000 solamente.
Nel settore trasporti le 20 maggiori società cinesi detengono solamente il 2% del mercato interno. Infatti, la grande maggioranza degli operatori di trasporto in Cina è rappresentato da piccole organizzazioni, molte delle quali sono persino società individuali. Ognuna di esse gestisce un ambito territoriale decisamente limitato, offrendo servizi standard e a basso valore aggiunto, che nella maggior parte dei casi non permettono alti margini di guadagno.
Ciononostante, dati ufficiali affermano che l’industria della logistica cinese ha registrato un costante aumento nei primi otto mesi del 2019. La China Federation of Logistics and Purchasing (CFLP), stima che il valore totale della logistica anno dopo anno è cresciuto del 5,8%, fino ad arrivare a 188.600 miliardi di Yuan (corrispondenti approssimativamente a 26.700 miliardi di USD). Nei primi otto mesi dell’anno, i costi logistici hanno raggiunto un totale di 8.900 miliardi di Yuan, 7,8 punti in più rispetto all’anno precedente.
Le aspettative della riforma logistica
La necessità di potenziare il sistema infrastrutturale cinese e l’aumento degli investimenti nell’industria della logistica, ha portato il governo cinese a promuovere delle iniziative e delle riforme in tale direzione, al fine di stimolarne ulteriormente la crescita.
La Cina ha designato sei regioni a livello provinciale (Shanxi, Jiangsu, Zhejiang, Henan e Sichuan e la Municipalità di Chongqing) situate nella zona centro-orientale della Cina, come aree pilota per la riduzione dei costi e l’aumento dell’efficienza nel settore logistico. Le autorità di pianificazione economica del Paese e il ministero dei Trasporti cinese hanno infatti stabilito che, a partire da quest’anno, tali regioni adotteranno delle misure di riforma adeguate alle diverse condizioni locali fino ad agosto 2021.
Il previsto avanzamento dell’efficienza logistica interna cinese potrebbe avere effetti positivi anche a livello internazionale: favorendo il trasporto interno, saranno agevolati di conseguenza anche i trasporti verso e nelle aree portuali, portando dunque a un miglioramento dei servizi di esportazione dalla Cina verso l’estero.