La svolta sostenibile della Cina

Per decenni la Cina ha avuto come obiettivo principale l’industrializzazione a qualunque costo, con gravi conseguenze a livello ambientale. Invertire drasticamente la rotta non è stato sicuramente semplice. Il progressivo aumento della consapevolezza sui rischi legati a polveri sottili e inquinamento ha però portato il governo a varare una serie di misure contro l’inquinamento, affiancate da un boom di investimenti sul fronte delle rinnovabili.

La crescita cinese è un argomento che preoccupa la comunità internazionale non solo per le ripercussioni sull’economia, ma anche sull’ecosistema globale. Nel 2014 il Governo cinese dichiarò pubblicamente la sua volontà di far evolvere l’attuale strategia di sviluppo nazionale: il premier Li Keqiang promise una “guerra all’inquinamento”.

L’Airpocalypse

L’attacco prolungato di smog a Pechino nel 2013 fu la svolta definitiva, soprannominato “airpocalypse” per le sue concentrazioni di particelle pericolose, superiori di oltre quaranta volte il livello considerato sicuro dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Quello fu il momento in cui si concretizzò la prima vera diffusa protesta pubblica.

“Le preoccupazioni per la salute e l’impatto ambientale sono comprensibilmente in aumento in Cina. In particolare, dalle questioni per la qualità dell’aria e la sicurezza alimentare emerge quanto le famiglie e i residenti cinesi vivano l’inquinamento come una reale minaccia e quanto in loro, proprio per questo, stia crescendo una maggiore consapevolezza ambientale” dichiara Nitin Dani, direttore dell’organizzazione Iniziative Verdi basata a Shanghai.

Le riforme

Scattato l’allarme, il governo ha scelto di mettere a punto una serie di strategie e di misure contro l’inquinamento, al fine di ridurre le emissioni nocive del paese. La Cina ha così introdotto sanzioni pesanti per le industrie che infrangono le norme ambientali, ha approvato una serie di incentivi per l’adozione di tecnologie produttive a basso impatto ambientale e ha iniziato ad investire sull’energia pulita.

In poco tempo, la Cina è diventata il primo produttore al mondo di energia dal fotovoltaico. Vanta infatti il più grande impianto fotovoltaico su terra del mondo, quello più tenero (a forma di panda), e l’impianto fotovoltaico galleggiante più esteso. Made in China è anche il primo tram a idrogeno a impatto zero, che collega i distretti di Qingdao.

Le conseguenze

A seguito del rafforzamento della legge sulla protezione dell’ambiente, i responsabili in carica alle aziende inquinanti possono finire in carcere nell’inadempimento delle nuove regole. Le fabbriche che non rispettano gli standard ambientali rischiano la chiusura. Dal gennaio 2014, 15.000 fabbriche, tra cui grandi imprese statali, hanno dovuto periodicamente riferire pubblicamente dati sulle proprie emissioni in atmosfera e sugli scarichi idrici.

Da quanto riportato da diversi quotidiani di tutto il mondo, al momento il 40% delle fabbriche hanno chiuso proprio per il mancato rispetto della normativa sulle emissioni. Potranno tornare in attività solo quando dimostreranno di poter rispettare le misure contro l’inquinamento stabilite dal governo.

La svolta delle fabbriche

Negli ultimi tempi, le cose stanno cambiando ancora più velocemente. Oltre all’azione forte e drastica del governo, costretta dall’opinione pubblica e dal rallentamento economico, la spinta proviene direttamente dai marchi e dai fornitori.

L’unica strada percorribile dalle fabbriche, sia per la salute dei cittadini sia per l’intera economia cinese, è stata dunque reinventarsi in un’ottica più green e sostenibile.

Moltissime sono infatti le fabbriche che, anche grazie alle ultime riforme e gli incentivi riservati alle iniziative sostenibili, hanno deciso di riconvertire le proprie strutture o anche solo dedicare parte di esse alla produzione di articoli ecosostenibili e biodegradabili. Alcune aziende si sono persino dedicate alla produzione di materia prima, ad esempio rimboscando aree di terreno per ricavare cellulosa dagli alberi, nel rispetto dell’ecosistema.

Le iniziative ecosostenibili di China Wi

Naturalmente, noi di Witrade ci siamo tenuti al passo con i tempi e con i cambiamenti. Il controllo di qualità e le certificazioni sono sempre state priorità di cui il nostro team si occupa in prima persona. Da anni, infatti, collaboriamo con fabbriche con strutture a basso impatto ambientale, che rispondono alle normative di eco-sostenibilità vigenti, garantendo le relative certificazioni ambientali.

In ognuna delle categorie merceologiche che trattiamo, ci impegniamo a incrementare il numero di articoli ecologici per dare il nostro contributo alla salvaguardia dell’ambiente e supportare le aziende italiane che condividano questo obiettivo. Alcuni esempi sono le nostre shopping bags in RPET, composte da plastica riciclata; le nostre lettiere per gatti in bentonite sodica biodegradabile; i nostri set di posateria e stoviglieria biodegradabile, e molti altri.

Contattaci per avere maggiori informazioni su come importare dalla Cina prodotti ecologici ed ecosostenibili, unisciti a noi per la salvaguardia del nostro Pianeta.

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